Full Motor Jacket

Viaggi, moto e passioni

Viaggi in moto all’Isola d’Elba

Qui è Yuri che questa volta necessita di epifanie, nel senso letterario, di ricordare e sperimentare vecchie emozioni, in compagnia di nuove amicizie.

Ci suggerisce di accompagnarlo all’Isola d’Elba, siamo Alan, Ivano, Laura, Mario, Yuri, io.

Che allegra combriccola. La prima tappa è il Mugello, per partecipare alle prove della MotoGP 2015, del sabato… Che bello il Mugello… è solo a metà del nostro percorso per raggiungere Piombino, per salpare sul traghetto e raggiungere l’isola.

Per raggiungere il Mugello siamo passati dal famoso passo del “Muraglione” e qui, come capita a molti, anche a quelli che non lo ammettono, ci siamo persi…

Ma ritrovata la strada, dritto verso le qualifiche, a me sinceramente, non è che interessasse molto, ho preferito osservare i colori brillanti di Giugno, l’inizio dell’estate è quello che aspetto da mesi e finalmente potevo godere delle dolci temperature della primavera inoltrata, ormai.

Curve e strada, verde e fiori, profumi e aria fresca… ohhh… che spensieratezza! Giunti al Mugello, cosa avrò mai fatto?! Penserete… ovviamente apprezzato le qualifiche e tifato per il team preferito…

Ovviamente no… questo lo avrebbero fatto tutti… ma io, che ho pagato il biglietto come gli altri, sono andata a dormire sul prato!

Lo ammetto ero stanca e mancava ancora molto! Mi sono svegliata giusto in tempo per riprendere il giro e raggiungere Piombino…

Ma prima siamo passati per Firenze e abbiamo apprezzato da lontano le sue strutture, le sue architetture, che bella era… immersa nelle dolci colline verdi, bianca e calda, si raccontava, raccontava la sua lunga storia!

Purtroppo, neanche una sosta, eravamo in ritardo, l’apprezzamento è stato molto veloce, ma la visione mi ha riempito il cuore.

Di corsa, aggressivi sulla strada, senza superare i limiti di velocità, sempre con la testa sulle spalle, ma con la grinta che una naked, come la Kawasaki z750 di Ivano,permette di sperimentare, abbiamo raggiunro Piombino, dove abbiamo preso il traghetto, quasi all’imbrunire…

Nel porto, non luogo, mi sentivo all’improvviso entusiasta di sperimentare un mezzo per me inusuale, un semplice traghetto sì, ma mi permetteva di “sperimentare”.

Con l’aria tra i capelli osservavo l’allontanarsi dalla terra ferma e l’avvicinarsi all’isola, ho goduto di ogni frame di quel momento, profondo, perché seppure privo di pensieri personali, era così intimo che solo quando ci si sente un tutt’uno con l’aria, e solo chi lo ha provato, lo comprende.

Chiamiamola estasi, estasiata per sentirmi un tutt’uno con il cosmo e con la natura… la mia vena romantica talvolta riemerge prepotente senza lasciarmi via di scampo e mi lascio intrappolare totalmente e piacevolmente.

Finalmente siamo giunti all’Elba dove abbiamo alloggiato, al Camping Enfola, in località Enfola Golfo di Viticchio.

Yuri lo conosce da anni, è qui che torna per trovare il suo relax, la sua estasi, il suo incontro con la natura…

Cena con vino, dal relax al “coma”… che sonno! Piacevolmente assonnata! Ci siamo recati nel nostro bungalow e… basta, di quella sera non ho altri ricordi!

Mattino successivo… che panorama!

Sveglia con il mare di fronte! Colazione su terrazza circondata dal mare! Che dire… difficile da descrivere…

Già pronti per percorrere il perimetro dell’Elba, già pronti con le nostre giacche, i pantaloni, le protezioni, i caschi e suvvia di nuovo in giro sulle due ruote, con la schiena rotta.

Il nastro di strada, come un balcone affacciato sul mare, con baie e strapiombi, con insature e curve, a destra e poi a sinistra, di nuovo a destra e mai dritto… Che piacevoli borghetti… piccolini e così vivi…

A pranzo una bella scorpacciata a base di pesce… e poi di nuovo in rotta, senza tardare troppo, perché volevamo “assaggiare” l’acqua (mare) dell’Elba in Giugno. Ma la strada tira… sentieri su sentieri, percorsi lenti e veloci, frastagliati, per tornare verso le 19…

Ecco l’ora giusta per immergersi nell’acqua a Giugno!

Torniamo al camping e senza aspettare troppo, mi tolgo tutto di dosso, trattengo il respiro e veloce, ma non immediatamente, mi immergo nell’acqua fredda ma rigenerante… limpida… che divertimento guardare scivolare i piedi sui sassi…

Anche a questo non ero molto abituata… i sassi, ho sempre frequentato spiagge, prima di ora, i sassi erano un altro esperimento per me… ed era un gioco affrontarli… non erano come la prevedibile sabbia, erano scivolosi… era una sfida… e grasse risate… a dire il vero, a dirla proprio tutta, non sapevo camminare, nell’acqua, sui sassi… ecco… l’ho detto…

Dopo il surgelamento acquatico, una bella doccia calda non poteva mancare, anche perché i denti battevano e la pelle era arricciata, era ora di asciugarsi e andare a sgranocchiare qualcosa… e anche quella sera ero stanca morta!

Cena, un bicchiere di vino rosso, ammazza caffè… (grappa barricata, invecchiata di 7 anni, non dico quanto mi è costato un cicchetto, con mia grande sorpresa) e di nuovo non ricordo nulla…

È di nuovo giorno, Mario aveva il corso d’immersione… non ero tentata di farlo anche io?!

Sì… ma il portafoglio mi frenava… no… non è vero… una volta potevo patire il freddo nell’acqua, ma due volte no!

I primi di Giugno non rappresentano proprio i giorni della mia temperatura ideale nell’acqua, voglio dire, se non bolle non mi ci butto.

Questa volta di corsa a prendere il traghetto, la seconda volta l’ho vissuto con malinconia… mi piace andare ma odio sempre tornare…

Di nuovo a Piombino, percorsa di sfuggita e mi rimane impressa la vecchia fabbrica ormai arrugginita dalle intemperie… la malinconia sale, ma il nostro giro non è ancora finito, il caldo si fa sempre più sentire, ma lungo la strada le nuvole si fanno più scure… ecco… te pareva… un bel muro d’acqua…

E avevo l’impermeabile addosso?!

Ovvio che no… stavo morendo di caldo fino a pochi secondi prima… cerchiamo un ponte, il tempo di indossare l’impermeabile, eravamo fradici, ci rimettiamo in viaggio, attenzione a non scivolare, l’acqua sull’asfalto è micidiale!

Traffico, sorpassi, un’avventura durata non più di 5 minuti, muro d’acqua finito e caldo da sudare nuovamente… ecco… fradici di nuovo…

Eppure tutto ciò mi piace, mi diverte, l’imprevisto è sempre dopo la prossima curva…

Lasciamo Mario a Sansepolcro e sulla strada del ritorno imbocchiamo il passo di Viamaggio e da queste parti, come sempre, mi si ingrippa il cervello, perché mi fisso a pronunciare Badia Tedalda…

Badia Tedalda, Ba di a Te da l da, Badia Tedalda, Ba di a Te dal da, Badia Tedalda, Ba di a Te da LL da, Badia Tedalda, ecco… sì così… poi vado avanti per una mezz’ora di solito…

Ecco… adesso andrò avanti per una mezz’ora a pronunciarlo!